InfoContratti. Prosegue il negoziato per il rinnovo del CCNL Funzioni locali

Roma, 5 luglio 2022 – Nell’incontro odierno l’Aran, non avendo consegnato alle parti un testo scritto, ha illustrato verbalmente alcune proposte relative alla riclassificazione professionale, con specifico riferimento al personale educativo – scolastico, alle professioni ordinistiche e alla polizia locale.

L’ipotesi di un’area specifica ad accesso riservato per educatrici e docenti contraddistinta da un tabellare e un differenziale stipendiale maggiorato rispetto all’Area Istruttori era stata espunta dall’ultimo testo presentato. L’Aran ha giustificato quella scelta con la volontà di presentare alle parti una ipotesi alternativa che prevede l’inquadramento del personale neo – assunto in Area Funzionari (ex categoria D) e la persistenza del restante personale, compreso quello ad oggi in possesso del titolo di laurea, in Area Istruttori (ex categoria C) con possibilità di transitare nell’area superiore attraverso le procedure di progressioni verticale in deroga previste dal Decreto Reclutamento (Art. 3, comma 1, penultimo periodo, del D.L. 80/2021) che gli enti hanno facoltà di attivare utilizzando una quota parte delle risorse previste dalla legge 30/12/2021, n° 234, nel limite di una spesa complessiva non superiore allo 0,55% del monte salari 2018.

Per garantire la sostenibilità finanziaria della proposta, secondo l’Aran, sarebbe necessario assorbire nel tabellare di inquadramento in Area Funzionari sia l’indennità professionale che una parte dell’indennità di tempo potenziato.

Come Cisl Funzione pubblica abbiamo evidenziato alcune criticità, a partire dal fatto che questa soluzione metterebbe a rischio il criterio della “unicità della funzione” profilando l’ipotesi di un profilo professionale di identico contenuto duplicato nelle declaratorie di due differenti aree. Abbiamo sottolineato come l’effettiva valorizzazione professionale del personale educativo – scolastico oggi inquadrato in categoria C, compreso quello attualmente in possesso del titolo di laurea, verrebbe a dipendere dalla salute finanziaria del singolo ente, determinando così la conseguenza che la valorizzazione professionale relativa al personale svolgente una medesima funzione avverrebbe sulla base delle differenti facoltà finanziarie e assunzionali degli enti. Se non vi fossero risorse sufficienti per garantire le progressioni in deroga a tutto il personale in servizio alla data di sottoscrizione del ccnl, la soluzione proposta legittimerebbe una disparità di trattamento tra lavoratori, sia nel medesimo ente che in enti differenti, che, pure in possesso del medesimo profilo professionale con identiche mansioni esercitate, sarebbero inquadrati in aree diverse alle quali corrisponderebbe un differente trattamento economico. Abbiamo inoltre evidenziato il nodo di una necessaria e diversa soluzione per la valorizzazione del profilo del coordinatore pedagogico che già oggi si troverebbe inquadrato in Area Funzionari in ragione della funzione di coordinamento esercitata. Ribadendo quindi la necessità di dover garantire una unicità di inquadramento e una valorizzazione identitaria al personale educativo-scolastico ci siamo riservati di esprimere un giudizio più compiuto quando ci verrà consegnato un testo scritto.

Abbiamo avanzato le stesse perplessità anche con riferimento alla medesima soluzione prospettata dall’Aran sulle professioni infermieristiche, dato che i lavoratori e le lavoratrici di neo assunzione verrebbero inquadrati nell’Area dei Funzionari (ex categoria d), mentre il personale attualmente inquadrato in categoria C verrebbe identificato come profilo ad esaurimento e la possibilità di riqualificazione giuridico professionale sarebbe affidata alle medesime procedure di progressione verticale “in deroga”, previste dal DL 80/2021, finanziabili con le risorse, fino allo 0,55% del monte salari 2018, che gli enti potranno stanziare mediante integrazione, a carico dei rispettivi bilanci.

E’ evidente che la soluzione prospettata, sia per il personale educativo – scolastico che per le professioni ordinistiche, offre una opportunità indubbiamente positiva di inquadramento nell’Area dei Funzionari ai lavoratori e alle lavoratrici che potranno accedervi tramite le procedure verticali in deroga. L’aspetto critico, tuttavia, a nostro avviso rimane il fatto che i percorsi di valorizzazione restano subordinati alle disponibilità finanziarie e assunzionali dei singoli enti, oltre che alla facoltà concessa ai medesimi di attivare le procedure verticali in deroga, senza alcuna certezza, compromettendo l’unicità di inquadramento. E’ sulla soluzione di questi aspetti critici che il negoziato dovrà utilmente concentrarsi.

A fronte della conferma, da parte di Aran, della volontà di riconoscere differenziali stipendiali maggiorati alle professioni ordinistiche e agli operatori di polizia locale addetti a funzioni di coordinamento, abbiamo ribadito che si tratta di uno strumento di valorizzazione professionale di indubbia importanza poiché garantisce, nel tempo, un aumento dei valori tabellari ma che va affiancato alla leva indennitaria. In particolare, con riferimento alla polizia locale, oltre al potenziamento della sezione contrattuale abbiamo proposto una maggiorazione dell’indennità di funzione, nell’ottica di valorizzare anche gli operatori addetti al coordinamento e al controllo attualmente inquadrati in categoria D e l’aumento degli importi relativi all’indennità di vigilanza.

I prossimi incontri sono stati calendarizzati lunedi 11 e giovedi 14 luglio p.v.; vi terremo informati come sempre sull’avanzamento dei lavori.